In memoria di Silvio Coppola,
uno dei progettisti più poliedrici e versatili
 del '900

(Brindisi 1920 | Milano 1985)

Silvio Coppola è stato tra i designer italiani degli anni Sessanta e Settanta del Novecento uno dei più importanti, spendendosi in una fusione poetica tra graphic e product design e architettura. Questo sito ha lo scopo non solo di raggruppare in un unico spazio work-in-progress, per quanto ci è possibile, i suoi lavori più significativi e le sue attività di ricerca e didattica sul design, ma di mantenere viva la memoria di questo genio creativo, ingiustamente ignorato dai manuali sul design italiano e per certi versi persino disconosciuto dall'ufficialità conclamata, augurandoci di riuscire ad attribuirgli ciò che gli è dovuto.

Silvio Coppola - profondo, istintivo e generoso caratterialmente, si poteva solo volergli bene o provarne avversione fino a odiarlo - nasce a Brindisi nel 1920, da padre maresciallo di vascello e da madre insegnante. Sceglie Milano per vivere e lavorare, laureandosi in architettura nel 1957 al Politecnico di questa città. Sin da subito, nella soffitta-studio di Foro Buonaparte, inizia le attività principali di designer e graphic designer affiancando - a queste - quella meno nota di architetto.

Intorno agli anni Sessanta apre in via Giovannino De Grassi il "mitico" Studio Coppola, dando vita agli anni più fecondi e creativi della propria attività di designer e ricercatore. Qui si alterneranno a vario titolo diversi collaboratori e si formeranno alla "sua bottega" (come Coppola amava definire il suo Studio) studenti di grafica e di design - italiani e internazionali - divenuti poi famosi, come lo statunitense Brian Kane e il giapponese Toshiuki Kita.

Per esigenze personali e di lavoro - non senza rammarico - nel 1970 trasferisce il suo studio in un'altra zona importante della città, in via Conservatorio - proprio a fianco del Conservatorio di Musica - che in seguito amerà molto, soprattutto le domeniche pomeriggio quando preparava le sue "lezioni universitarie con il sottofondo ovattato di Beethoven o Vivaldi" così confidava agli amici a lui più vicini, come Diego Prospero.

Membro attivo delle associazioni di design tra le più prestigiose, quali l’ADI (Associazione per il Disegno Industriale), l’Art Directors Club (di cui progetta il famoso logo), l’AGI (Alliance Graphique Internationale), dove ricopre per due anni l'incarico di vicepresidente, e l’AIGA di New York, Silvio Coppola ha collaborato alla definizione dell’immagine di prestigiose industrie, tra le quali Bernini e Laminati Plastici, Vallesusa, Co-Fa, Bayer, Montecatini, Monteschell, Zucchi, Cinzano, Alessi, Cassina, Parmalat, Feltrinelli e molte altre.

Riceve la Palma d’Oro della pubblicità nel 1962 e il Premio Europeo Rizzoli nel 1966.

Nel 1967 fonda con Giulio Confalonieri, Franco Grignani, Bruno Munari e Pino Tovaglia il gruppo di ricerca sul pre-design denominato Exhibition Design, con il quale espone al Palazzo Reale di Milano (1969) e a Barcellona (1970). 

Il gruppo individua nella sperimentazione un terreno di convergenza tra graphic e industrial design.

Il gruppo ED: Giulio Confalonieri, Pino Tovaglia, Franco Grignani, Silvio Coppola, Bruno Munari

Silvio Coppola si dedicò con passione alla didattica, insegnando design alla Gesamthochschule di Essen, all'Università di Wuppertal e alla U.I.A. di Firenze (Università Internazionale delle Arti) e tenendo seminari in varie università e accademie italiane ed europee. Un suo progetto didattico realizzato all’Accademia di Belle Arti di Carrara è stato addirittura segnalato all’XI Premio Compasso d’oro del 1979.

Sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti del MoMA di New York, biografie e serie di lavori sono state inserite in numerose pubblicazioni italiane ed estere specializzate in architettura, design e graphic design.

una passione viscerale per il proprio lavoro

Per Silvio Coppola l'attività di designer e di graphic designer si affiancava a quella di architetto. Il suo lavoro si impostava su una metodologia che si sarebbe potuto definire esplorativa sulle diverse fasi della progettazione: con studi successivi passava dall'intuizione formale dell'oggetto alla sua definizione. Contrario ad ogni improvvisazione, "al gesto informale" in tutte le sue realizzazioni, per quanto ha riguardato il design, Coppola ha dedicato particolare attenzione all'uso dei materiali, di cui riscoprì intenzionalmente il significato autentico, con una sensibilità artigianale.

Nel graphic design e nella comunicazione visiva, faceva spesso uso di segni forti e accattivanti oppure di elementi non sempre esclusivamente grafici. Sperimentava, ricorreva talvolta alla sovrapposizione reale di forme e di oggetti - come nel manifesto dedicato ai suoi 50 anni, con la grande bocca bianca applicata sul fondo bianco e con una fila di campanellini al centro.
Sempre e comunque con il significato autentico del ricercatore; di voler percorrere strade nuove, strutturalmente e creativamente innovative, e con la passione innata per il proprio lavoro.

Fonte: Lara-Vinca Masini, Progetto/Struttura - Metodologia del Design,1975 | Photo credits: Silvio Coppola, Archivio Coppola (Aiap)

Contrario ad ogni improvvisazione, "al gesto informale" in tutte le sue realizzazioni, per quanto ha riguardato il design, Silvio Coppola ha dedicato particolare attenzione all'uso dei materiali, di cui riscoprì intenzionalmente il significato autentico, con una sensibilità artigianale ed esplorativa sulle diverse fasi della progettazione.

Membro attivo delle associazioni di design tra le più prestigiose, Silvio Coppola è stato il curatore dell'immagine di aziende importanti. Il campo in cui ha però primeggiato è di certo quello della grafica editoriale, creando per la Feltrinelli copertine entrate a far parte della storia della grafica internazionale. Si deve a lui di aver proposto per primo il manifesto pubblicitario alle aziende italiane.

Silvio Coppola si è dedicato con passione alla didattica, insegnando design alla Gesamthochschule di Essen, all'Università di Wuppertal e alla U.I.A. di Firenze e tenendo seminari in varie università e accademie italiane ed europee. Un suo progetto didattico realizzato all’Accademia di Belle Arti di Carrara è stato addirittura segnalato all’XI Premio Compasso d’oro del 1979.

L’attività di architetto è quella meno nota di Silvio Coppola ed anche la meno documentata. Esempio del suo metodo “totale” di affrontare i temi della progettazione a tutte le scale è il complesso dell’École Supérieure Pédagogique” a Lubumbashi - Repubblica Popolare del Congo - realizzata in qualità di architetto progettista del Fondo europeo di Sviluppo della CEE (1965-1984), ancora oggi perfettamente funzionante.


l'incontro con silvio

Ho conosciuto Silvio Coppola per un colpo di fortuna, come si suol dire, di quelli che ti si presentano una volta sola nella vita. Era l'autunno del 1970 e mi ero iscritto da poco ad architettura - erano gli anni di Portoghesi e Campos Venuti. Nel frattempo la sera frequentavo la Scuola Superiore d’Arte Applicata del Castello Sforzesco.

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CREDITS

silviocoppoladesigner.it è un sito non profit creato e sviluppato in proprio in memoria di Silvio Coppola architetto, designer, graphic designer, con lo scopo di raggruppare in un unico spazio online i suoi lavori più significativi e le sue attività e con il tentativo di rendere omaggio alla figura di uno dei più grandi designer del '900.

Gli schizzi, le illustrazioni e le fotografie dei lavori di Silvio Coppola sono presi da pubblicazioni di settore o scaricati dai siti internet - controllati alla fonte - che lo hanno reso possibile, sempre nel rispetto della paternità e del copyright.

Parte del materiale è stata scannerizzata da una copia stampata del catalogo Progetto/Struttura - Metodologia del design edito in occasione della mostra al Museo Progressivo d'Arte Contemporanea Città di Livorno, Fortezza Nuova, 15 marzo-19 aprile 1975.

Concept, progetto, selezione dei testi e dei contenuti del sito sono di Marino Ferraresi

L'archivio più completo della produzione di Silvio Coppola è conservato presso la Fondazione Ragghianti di Lucca.

Documentazione e Fondi sono rintracciabili su ArchiVista, l'applicativo web per la descrizione degli archivi storici, al MIL (Museo dell’Industria e del Lavoro) di Sesto San Giovanni, allo CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione) di Parma, all’AIAP (Associazione Italiana del Design e della Comunicazione Visiva).

 

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